Fossili

conchigliefossili72dpi   Ci sono degli oggetti che procurano una sensazione unica perché sono testimonianza, ancorché muta ma reale e tangibile, della vita sulla terra molto prima di noi.
I fossili per esempio; il termine stesso deriva dal latino foedere, che significa “scavare“, cioè che si ottiene scavando.
In realtà sono molto pochi gli organismi che arrivano a fossilizzarsi e che quindi possono arrivare a noi. Secondo Thomas Henry Huxley, biologo ed educatore del 1800, solo una specie su 5000 vissuta nel passato aveva la possibilità di arrivare ai giorni nostri sotto forma di fossile, questo perché è molto, molto difficile e raro che un organismo fossilizzi. È importante che abbia parti dure o mineralizzate e che venga seppellito rapidamente in maniera naturale (sotto sedimenti, sabbie, frane….) così da essere sottratto rapidamente ai processi di necrolisi che porterebbero in breve tempo alla sua distruzione.
Se l’organismo viene seppellito rapidamente possono invece innescarsi una serie di processi che potranno portare alla sua completa mineralizzazione con la formazione di un fossile o di un suo calco.

I motivi per cui un organismo si fossilizza possono essere svariati:
per incrostazione, ad esempio, a causa di acque ricche di sali (ad esempio CaCO3); è il processo che porta in tempi brevi alla formazione di travertini o che rovina le serpentine delle lavatrici.
Riempimento, quando un organismo seppellito viene successivamente disciolto mentre il materiale che lo ingloba è già indurito, lasciando al suo posto un “buco” con le sue fattezze. Il riempimento di questo buco provoca la formazione di un modello interno.
La mineralizzazione è forse invece il tipo di fossilizzazione più affascinante, poiché provoca la sostituzione delle parti dure dell’organismo molecola per molecola, in maniera più o meno rapida, da parte di sostanze minerali trasportate da acqua filtrante. Quando tale sostituzione avviene in maniera molto lenta ecco che si forma una copia conforme all’originale in tutto per tutto, anche se compositivamente ne è completamente differente. È il caso, ad esempio, dei legni silicizzati.
L’inglobamento in ambra fossile è un sistema che consente la conservazione perfetta delle parti esterne, ma che funziona prevalentemente per piccoli insetti o vegetali. È dovuto al loro intrappolamento all’interno delle resine di alberi di milioni di anni fa, come è accaduto nei pini del Baltico nell’oligocene (ca. 40 milioni di anni).
O ancora la carbonificazione, che avviene tipicamente nei vegetali e che comporta il loro passaggio, attraverso fasi differenti, dalla lignite alla grafite.
Altri processi di fossilizzazione, anche se molto più rari, sono quelli della cerificazione (inglobamento in particolari tipi di resine che successivamente diventano fossili), della conservazione in asfalti e bitumi fossili (Rancho La Brea di Los Angeles), della salificazione (conservazione sotto sale) nei chotts ad esempio della Tunisia e del Marocco, o del congelamento (vi dice nulla Ötzi, l’uomo di Similaun?).

In  maniera un po’ romantica, quindi, possiamo definire la fossilizzazione il processo che ci permette di vedere e toccare con mano il passare delle ere geologiche e la perfezione stupenda dell’essere vivente in tutte le sue forme, lungo il percorso di vita della terra.

 

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I tagli che si notano sono dovuti al sistemi estrattivo che utilizza un disco diamantato grazie al quale si tagliano le singole lastre. Talvolta si tagliano anche quelle sottostanti

 

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Ammonite fossile sottoposta a processo di segagione e lucifadura, per evidenziare le camere interne della conchiglia.


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Geol. Anna Maria Ferrari
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