Rana in Diorite
Il manufatto della fotografia è una rana realizzata in Dacite, una pietra magmatica effusiva di colore grigiastro in cui si riconoscono piccoli anfiboli, i minerali prismatici allungati di colore nero. La rana, che è avvolta in lana di lama colorata, proviene dalla Bolivia, precisamente da La Paz.
Essa ha un significato simbolico molto marcato in paesi anche molto differenti e lontani tra loro. In Giappone è beneaugurante incrociare una rana quando si sta partendo per un viaggio, mentre il significato di fertilità, rigenerazione e rinascita è un po’ comune sia in Cina ma anche nelle popolazioni sud americane. Nella tradizione precolombiana la dea della fertilità Ceneotl era rappresentata con una rana, come pure la dea Heket che impersonava lo stesso ruolo nell’antico Egitto.
La Toadstone, chiamata anche Bufonite, era una pietra sacra nel Medioevo, che si diceva si potesse trovare nella testa dei rospi e che fosse un ottimo antidoto contro i veleni e contro l’epilessia. Per poter funzionare doveva essere estratta da un rospo vivo e ciò poteva essere effettuato solo ponendo il rospo sopra una stoffa rossa (!)
(“Sweet are the uses of adversity;
Which, like the toad, ugly and venemous,
Wears yet a precious jewel in his head”
Duke Senior in Shakespeare: As you like it, Act 2, Scene 1, lines 12 through 14).
Le tribù Aymara del Perù e della Bolivia erano solite realizzare piccole immagini di rane da posizionare sulle alture per invocare la pioggia, mentre ad esempio Tlaltecuhti, il rospo in grado di mangiare i propri simili, veniva considerato simbolo di fine e di rinascita: in ogni caso un simbolo estremamente positivo. La lana di un lama invece, colorata ed arrotolata attorno alla rana in pietra, è di buon auspicio per l’arrivo di fortuna e monete (visto il periodo, speriamo bene!!!).